La Storia di Ludovica

Alla nascita pesava solo 1400 grammi e, per salvare lei e la madre, i medici del Policlinico Umberto I sono dovuti ricorrere all’ECMO, una tecnica mai usata in Italia su una donna in gravidanza

“Quando ripenso alla nascita di Ludovica, la prima cosa che mi torna in mente sono le parole dei medici del Policlinico Umberto I il giorno che mi hanno dimesso dall’ospedale. Mi hanno detto che, nonostante loro avessero fatto tutto il possibile, probabilmente senza una mano dall’Alto non sarebbero riusciti a salvare me e mia figlia. Non credo che dimenticherò mai quelle parole”.

Mentre ci racconta la storia di quando è nata la sua secondogenita, Rosa Prioli è a casa con lei, parla piano per non disturbare la piccola. Una scena tranquilla, di una mamma che bada alla sua figlioletta che ha da poco compiuto un anno. Un momento di normalità, conquistato però dopo una gravidanza difficile che ha messo a rischio la vita della signora Rosa e della sua bambina.

La nascita di Ludovica, infatti, non è stato un avvenimento comune. Ne hanno parlato anche i principali giornali. La signora Rosa infatti ha dovuto portare a termine la gravidanza in circolazione extracorporea.  Si è trattato del primo caso in Italia, e il terzo al mondo, nel quale i medici hanno fatto ricorso con successo all’ECMO (ExtraCorporeal Membrane Oxygenation, una tecnica di circolazione extracorporea utilizzata in ambito di rianimazione per trattare pazienti con insufficienza cardiaca e respiratoria) in una donna incinta.

“Ludovica è nata il 9 febbraio del 2015, ma io l’ho potuta vedere per la prima volta solamente un mese dopo – racconta la signora Rosa –. Io avrei dovuto partorire il 13 aprile però, mentre ero a metà del sesto mese di gravidanza, ho contratto il virus H1N1. Ovviamente all’inizio pensavo a una semplice influenza, ma la notte del 17 gennaio mi sono sentita veramente male e la mattina dopo non sentivo più muoversi la bambina, così ho chiamato il 118 che mi ha portato all’Ospedale Sant’Eugenio di Roma”…

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