Nata di cinquecento grammi ma Alessandra ce l’ha fatta.

Quando è nata era grande quanto la mia mano. E oggi mi sembra un miracolo vedere Alessandra crescere giorno dopo giorno: dai 500 grammi del 5 maggio ai 4 chili di oggi…” Oreste Esposito, impiegato di 43 anni, ha la voce rotta dall’emozione quando ripensa a sua figlia nell’incubatrice, intubata, venuta alla luce all’improvviso, dopo solo 26 settimane di gestazione (cioè appena 6 mesi di gravidanza). “Il parto, causato dall’ipertensione di cui soffre mia moglie Mena, ci ha fatto crollare il mondo addosso – ricorda Esposito – Eravamo molto tesi e preoccupati. Sa il mio primogenito, Raffaele, è nato anche lui pretermine, pesava appena un chilo e mezzo quando è nato nel 1995 ad Avezzano. E oggi ha un ritardo motorio. Dal punto di vista neurologico, per fortuna, è sano ma…”.

Per seguire Raffaele la famiglia Esposito è stata costretta a correre fino a Pescara, tra mille disagi.

E le cure non sempre li hanno soddisfatti. Quando poi è nata Alessandra, anche lei pretermine, “temevamo il peggio – ammette il padre – . Non avevo mai visto bimbi cosi piccoli”. Quando il primo maggio la madre di Alessandra, casalinga di 39 anni, ha cominciato a stare male, il marito l’ha subito accompagnata al pronto soccorso di Avezzano “da li ci hanno portato in ambulanza a Pescara, ma non avevano posto. Cosi sempre in ambulanza siamo arrivati, per fortuna, al Policlinico Umberto I°: purtroppo era tempo brutto e non si poteva usare l’elicottero”. In pratica un’odissea, che però è finita bene “dopo 5 giorni di ricovero è nata Alessandra: è stata intubata per 12 giorni, ma l’abbiamo potuta accarezzare dopo appena  48 ore dalla nascita – racconta il padre – . Raffaele invece ce lo hanno fatto abbracciare solo dopo un paio di mesi…”. Alessandra è stata alimentata all’inizio con un sondino, “ha risposto sempre bene alle terapie – sottolinea Esposito – e piano piano l’abbiamo vista crescere. Abbiamo subito notato una grande differenza tra l’assistenza in Abruzzo e quella all’Umberto I°, dove ci hanno seguito e sostenuto per 90 giorni con professionalità e disponibilità, dal primario fino all’ultimo dei portantini. Se oggi Ale sta bene, lo devo solo a loro”.

La piccola continua a crescere con regolarità, a una media di 35 grammi al giorno, “ma mi vengono i brividi se penso ai tanti bimbi e famiglie meno fortunati della mia – aggiunge Esposito – costretti a correre da un ospedale all’altro a caccia di un letto libero di terapia intensiva”.

Francesco Di Frischia – Fonte: Corriere Della Sera – Cronache di Roma – 19 Settembre 2009

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